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East Side Gallery, la Berlino autentica e il museo ebraico

East Side Gallery, la Berlino autentica e il museo ebraico

Berlino raccontata in tre tappe, alla scoperta di tutto ciò che la caratterizza: storia, cultura, architettura e tradizioni. Una narrazione inedita che prosegue in questa seconda tappa con l’East Side Gallery, la Berlino autentica e il museo ebraico.

La prima tappa ci ha portati nel cuore della capitale tedesca con un itinerario tra i monumenti e le strade del quartiere Mitte. La prossima, la terza invece sarà un viaggio ad ovest sulle tracce del muro, tra natura e architettura. Se non lo hai già fatto e vuoi leggere la prima tappa o una sintesi di Berlino in 3 giorni clicca sull’immagine corrispondente qui sotto.

Allacciate le scarpe: ha inizio la seconda tappa!

East Side Gallery: il muro da divisione a libertà

La seconda giornata berlinese vede la presenza con noi delle due fidate guide e ciò ci permette di orientarci con maggiore facilità e visitare ancor più luoghi, anche “inediti”. Si inizia da Oberbaumbrücke un ponte in mattoni rossi del 1896 che scavalca la Spree, il fiume di Berlino. Realizzato su due piani, a quello inferiore si transita a piedi tra le arcate voltate, mentre su quello superiore passa la metro, U-Bahn. E’ questo un crocevia: qui s’incontrano tre quartieri, rappresentati anche da una scultura fatta da tre uomini.

Dal ponte ci incamminiamo verso la più grande galleria d’arte all’aperto, al mondo. Arte ma anche memoria. Stiamo parlando dell’East Side Gallery, un chilometro e trecento metri di muro, un traccia indelebile di quello che poco più di trent’anni fa rappresentava un limite invalicabile, una divisione di popoli. Nel 1990, ad un anno dalla caduta del muro, lungo Mühlenstrasse dunque nella parte Est di Berlino, 118 artisti si incontrarono per realizzare una serie di dipinti su questo che è il più lungo tratto di muro ancora eretto.

Libertà, riconciliazione, gioia e molti altri sono i significati che le opere vogliono esprimere in una festa di colori. Alcune di esse sono diventate famose in tutto il mondo. Ad esempio, il “bacio fraterno” o “bacio della morte“, ispirato ad una celebre fotografia, è stato realizzato dall’artista Dmitri Vrubel e ritrae Leonid Il’ič Brežnev – Segretario Generale dell’URSS e Erich Honecker – Presidente della DDR. Tale atto, nel corso di una cerimonia pubblica Fu un bacio storico doveva evidenziare la solidità tra i due Paesi.

La Berlino autentica

La fortuna di essere accompagnati da dei local ci permette di fare una piccola pausa in un luogo autentico e non turistico. Si tratta di un’area nata in modo abusiva e nel tempo regolarizzata lungo la Spree. Una serie di baracche e piccoli edifici han dato luogo al Holzmarkt – strandbar, dove oggi è possibile acquistare qualche bibita e prodotto da panificio. E’ luogo di ritrovo dei giovani berlinesi soprattutto nelle belle giornate primaverili ed estive.

Al sabato molti berliner vanno a fare acquisti al mercato. Nel quartiere di Kreuzberg ce ne è uno al coperto, molto caratteristico: Markthalle 9. Si possono trovare vari prodotti: fiori, frutta, alimentari, pane e pasticceria, bibite, burger ecc. E’ possibile anche comprare cibo da asporto e pranzare seduti su tavoli e panche, ed è frequente incontrare conoscenti.

Un pomeriggio dalle temperature primaverili davvero miti, ha permesso di passeggiare in tutta tranquillità tra vie e parchi pubblici della zona come il Görlitzer Park, affollato di gente. In particolare ci siamo spostati lungo la sponda del Landwehrkanal, apprezzando le numerose bancarelle del mercato Neuköllner Stoff. Tra i prodotti presenti menzioniamo oggetti d’arte e artigianato, cosmetici, tessuti e giocattoli, e qualche specialità culinaria.

Architettura: il museo ebraico di Berlino

E’ giunto però il momento di spostarsi di un paio di chilometri verso la parte più centrale della città ed addentrarsi in una famosa architettura. Si tratta del Jüdisches Museum Berlin ovvero il museo ebraico, costituito da due parti: l’edificio storico con il giardino e l’ampliamento progettato dall’architetto Daniel Libeskind. L’architettura simbolica e decostruttivista di Libeskind, del 1999, si basa su una pianta a forma di stella di David stilizzata. Il museo racconta il ruolo della comunità ebraica fino alla Shoah. Lo stile architettonico ed il percorso emozionale dell’allestimento fanno sì che approfondiamo la visita in un post dedicato.

Siamo a oltre metà viaggio e non rimane che utilizzare al meglio il tempo rimanente. Decidiamo ti trasferirci cinque chilometri più a nord, a piedi ovviamente, in zona Nikolaiviertel. E’ una zona, del quartiere Mitte, che è stata interamente ricostruita attorno alla Nikolaikirche (Chiesa di San Nicola), il più antico luogo di culto di Berlino. Sembra essere un piccolo centro storico essendo stato ricostruito in “stile antico”, seppur spesso in cemento.

Architettura: l’ambasciata dei Paesi Bassi

Ultima tappa della giornata è l’ambasciata dei Paesi Bassi (Niederländische Botschaft in Deutschland). Una visita esclusivamente dall’esterno, per apprezzare l’architettura moderna (2004) di Rem Koolhaas, dello studio olandese OMA (Office for Metropolitan Architecture). Si tratta sostanzialmente di un cubo movimentato, anche in facciata, dal sistema di percorsi interno.

E’ sera, transitiamo per Alexanderplatz, cena in compagnia delle nostre “guide” e di un’altra berlinese d’adozione, anche lei qui per lavoro, e poi a nanna. Un’altra giornata in terra germanica ci aspetta!

Per proseguire clicca sulle immagini qui sotto! 🙂

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