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Il museo vichingo e Lofoten Seafood, cutura e tradizioni norvegesi

GIORNO 7 – Sveglia tranquilla al mattino alle 8.30 per recuperare ore di sonno ed energie. Buongiorno mondo, diamo un’occhiata al meteo. Secondo le previsioni non dovrebbe essere una gran giornata ma ormai abbiamo imparato che al tempo qui non si comanda proprio. Il programma è di quelli soft, più tradizionalmente turistici senza allontanarsi troppo dalla nostra zona.

Il museo vichingo, Lofotr Viking Museum

A pochi chilometri da Leknes visitiamo il Museo vichingo – Lofotr Viking Museum, una struttura con ingresso a pagamento suddivisa principalmente in due parti. La prima didattica, composta da sistemi audiovisivi e reperti visibili con il supporto gratuito di una audio guida. Si possono vedere vestiti, utensili bicchieri in vetro, elmi, e ambientazioni e filmati per comprendere come vivevano una volta i vichinghi. Tra i reperti ci sono perle, decori, e oggetti di sfarzo fatti con materiali come l’ambra che testimonia lo scambio da parte dei vichinghi di materiali con altre zone. La seconda fuori dall’edificio museale principale ma in una adiacente ricostruzione abbastanza fedele di una costruzione vichinga al cui interno si trovano vari oggetti con cui giocare, immedesimarsi e fotografarsi. Personaggi in costume si prestano a farsi fotografare ed a spiegare i vari ambienti della ricostruzione. Una terza parte è a cielo aperto, dove si può fare una passeggiata nelle zone in cui son stati trovarti i reperti.

Il museo sorge nei pressi del più grande e antico insediamento vichingo mai rinvenuto. Si trattava della vecchia casa del Re, suddivisa in stalla, sala da pranzo e alloggio privato.

Lofoten Seafood tra cultura e avventura

La seconda tappa della giornata è il Lofoten Seafood un’importante industria locale di allevamento del salmone e commercio dello stoccafisso.

La nostra visita è stata strutturata in tre parti. La prima di stampo museale dove si entra nel mondo dei salmoni comprendendone il ciclo di vita, dall’allevamento alla pesca, le varie tipologie di stoccafisso, le proprietà nutritive, le zone di esportazione e così via.

La seconda, molto avventurosa, ci ha visto partecipi in un’uscita in gommone sotto una burrasca di vento, pioggia e mare agitato per vedere da vicino come vengono allevati i salmoni, accompagnati da una guida. Armati di super tute catarifrangenti per non farci bagnare (ma senza salvagenti OMG) abbiamo raggiunto le vasche dove tra una domanda e l’altra abbiamo avuto la possibilità di dare da mangiare ai salmoni. Sono vasche con grandi quantità di salmoni, ottimizzate per la crescita, profonde 23 metri e monitorate da remoto da una centrale operativa attraverso videocamere e sensori. In ciascuna vasca vengono dati mangimi diversi in base al peso dei salmoni. (nota: I salmoni mangiano 1 kg e ingrassano 1 kg). Nell’ultima vasca dove vengono allevati prima che vengano portati via per poi commercializzarli, i salmoni non vengono nutriti artificialmente affinché il pesce si pulisca. Le vasche a volte vengono illuminate con luci blu e verdi soprattutto in inverno per evitare la riproduzione. Così facendo simulano la continuazione dell’estate anche se è già buio.

La visita continua entrando nella sala di controllo che monitora H24 sia le vasche di questo stabilimento che quelle di Bodo.

La terza parte nel Lofoten Seafood ci porta a scoprire lo stabilimento in cui lavorano lo stoccafisso, ne identificano le tre tipologie qualitative e lo preparano alle spedizioni internazionali. Ci viene spiegato sia come viene pulito che i criteri di classificazione in base al colore, la forma, la qualità della carne, la lunghezza e il peso, tutte operazioni fatte a mano su valutazione dell’operatore. In Italia, ci dicono, vengono mandate solamente le qualità migliori. Quelle meno buone sono invece commercializzate in Inghilterra, America, Africa.

Usciti da questa sede ci rendiamo conto di puzzare come degli stoccafissi, ci diamo fastidio solamente a sentirci noi stessi.

Per concludere ci viene offerto un assaggio di salmone, purtroppo non di stoccafisso.

Vedremo l’ultima aurora boreale?

E’ ora di cena e mangiamo del buon salmone saltato in padella per mantenere l’abitudine e apprezzare meglio quanto imparato quest’oggi.

E’ l’ultima serata alle Lofoten e senza tanto pensarci usciamo a cercare l’aurora. Come sempre piove, ma sembra che la pioggia porti bene. Nonostante la doccia ed un cambio completo la puzziamo ancora da stoccafisso, che odore, quasi nauseante!

Prima sosta in uno dei punti panoramici lungo la E10, il vento che non permette quasi di aprire le portiere dell’auto, piove fortissimo attendiamo qualche minuto. Due minuti in realtà e smette, uno sguardo al cielo dal finestrino ed ecco ben cinque sbuffi di aurora boreale, non delle più forti ma ben visibile ad occhio nudo. Il vento persiste bisogna cambiare posto almeno per scendere dalla macchina. Torniamo al museo dei vichinghi, poco distante, perché nonostante il ventaccio il cielo sopra è limpido. Anzi no, nuovamente diluvia. Ancora quattro minuti e poi smette. Teniamo duro mezz’ora ma poi decidiamo che l‘ultimo saluto all’aurora boreale vogliamo darlo da Rise il nostro posto magico.

Arriviamo e sopra il cielo è limpidissimo, pieno di stelle un vento però da circa 30 km/h persiste, fa ballare l’auto. Si attendono 45 minuti con ampie schiarite ma dell’aurora solo qualche timido accenno. Si saluta così Rise, una piana poco più in alto di Leknes dove l’inquinamento luminoso è ridotto, tra i campi con le montagne alle spalle che apparentemente proteggono questa zona delle nubi oceaniche più fitte. La ringraziamo comunque per tutto quello che ci ha regalato, la prima aurora, le attese, il freddo gelido, tanti bei ricordi ed emozioni.

Buonanotte viaggiatori!

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